PASSATA LA FESTA, GABBATO LO SANTO!! |
Scritto da Administrator |
Lunedì 27 Luglio 2015 18:07 |
Da anni nei cassetti della politica romana erano rimasti chiusi i progetti per la privatizzazione del TPL cittadino. Messi da parte dal timore che i cittadini, confortati dall’esito referendario sui beni pubblici ritenuti comuni, sarebbero sicuramente insorti di fronte ad una simile operazione. L’appetibilità del TPL romano è, comunque, sempre rimasto alto per gli interessi delle lobby italiane ed europee del settore. Oggi che il clima generale della politica nazionale è, per loro, sicuramente molto più favorevole, sembrerebbe non vogliano farsi lasciar fuggire l’occasione. Hanno dalla loro un sistema politico/sindacale/informativo collaudato (Alitalia docet e molti dei ns. dirigenti da lì provengono) che ha già prodotto il primo step:
Provvedimenti unilaterali, accompagnati da interviste e comunicati sui giornali di sistema, pennivendoli attivi nel raccontare i disagi dei cittadini, addossandoli a presunti scioperi bianchi o a boicottaggi delle disposizioni aziendali da parte dei lavoratori. Un piano industriale, prontamente accolto favorevolmente dai confederali, che sembra partorito dalle menti di provocatori sociali. Insomma capovolgere la situazione. Per il dissesto organizzativo ed economico dell’azienda bisognava mettere sotto accusa i lavoratori e le lavoratrici dei settori operativi ATAC, ovvero quelli che in questi anni hanno mantenuto a galla il sistema, mentre lorsignori erano intenti a saccheggiarne le casse con parentopoli, biglietti falsi, consulenze, benefit, appalti e stipendi d’oro. Attraverso provvedimenti, inutili ai fini produttivi, come il badge ai macchinisti di metro e ferrovie concesse che, di fatto, per la cronica carenza degli organici, limita notevolmente la possibilità di copertura dei turni a straordinario necessari al rispetto del contratto di servizio, con la conseguente soppressione di corse, oppure con l’utilizzo scientifico e mirato della disciplina, con contestazioni sul rispetto pedissequo delle regole, mai prima in precedenza esigite, imponendo al contrario un protocollo di verifica di materiali e vetture molto più “sbilanciato” sulle esigenze di servizio che non su quelle delle norme e sulla sicurezza, con ricadute imbarazzanti e pericolose per i guasti poi verificatisi durante il servizio. Una pericolosa escalation di aggressioni quotidiane, di cui ne fanno le spese i lavoratori impiegati ogni giorno in attività front-line con gli utenti. Una situazione portata cinicamente al limite della sopportazione in modo da passare al secondo step:
Il “commissariato” sindaco Marino, in piena bufera politica, ha annunciato la ricapitalizzazione di ATAC, l’azzeramento del suo CdA, il licenziamento dei suoi dirigenti incapaci (tutti?) e la sua prossima privatizzazione. Una rappresentazione già vista e sperimentata. Non siamo per nulla sorpresi. Lo stiamo denunciando da sempre. Recentemente, durante le tantissime assemblee tenute in occasione del rinnovo delle RSU aziendali, ci siamo affannati invano per mettere in guardia i lavoratori che dopo l’ignobile farsa del rinnovo delle RSU, le promesse dei sindacalisti consociati al sistema, fatte per ottenere il loro voto, si sarebbero tradotte in provvedimenti lacrime e sangue, funzionali alla privatizzazione di ATAC, ovvero la solita strategia del “passata la festa gabbato lo santo”. PURTROPPO NON CI HANNO ASCOLTATO Oggi, di fronte a tutto quello che sta accadendo, non si può più esitare. L’UNICO MODO PER FERMARE LA CORSA VERSO L’ABISSO IN CUI VORREBBERO TRASCINARCI (Bad Company, Privatizzazione e Piano Industriale) E’ QUELLO DI RITROVARE L’UNITA’ DI TUTTA LA CATEGORIA. Unità che non può prescindere dalla consapevolezza di non dover più svendere diritti e qualità di lavoro in cambio di particolari servizi sindacali, consociativi e mercenari, a discapito di salute e sicurezza.
|